Al Centro Sportivo “Giovanni Arvedi” conferenza stampa pre partita per Eugenio Corini, che, alla vigilia della trasferta di Modena, ha incontrato i giornalisti.
Mister, la Cremo incontrerà un’avversaria in crisi di risultati che ha incassato tanti gol nelle ultime partite, ma a livello di gioco non è una squadra rinunciataria. Che partita si aspetta?
“Sì, se analizziamo le ultime 3 partite con la Sampd in casa è stata una partita viva fino alla fine. Sull’1-0 per la Sampdoria hanno avuto una grande occasione per pareggiare, poi con il Palermo sono andati sotto e hanno avuto una grande reazione mentre con il Sassuolo hanno fatto una partita di livello con opportunità per passare in vantaggio e più tardi un’occasione per riaprirla con Caso a 10 minuti dal termine.Abbiamo consapevolezza piena del valore del Modena, che sta vivendo un periodo sicuramente non soddisfacente in quanto a risultati, ma per prestazioni è una squadra che sta facendo vedere buone cose. Va detto che ha un allenatore che da tantissimi anni conosce la categoria, ha giocatori nella propria rosa di assoluto valore, tra l’altro alcuni recuperati nell’ultimo periodo”.
Dobbiamo aspettarci tanti cambi dopo la partita contro la Salernitana? Come sta la squadra?
“In assoluto la squadra sta bene anche se dall’ultimo impegno ci saranno solo 72 ore per il recupero. Per calibrare le cose abbiamo a disposizione l’allenamento di oggi e farò una piccola rifinitura domani mattina prima di partire per Modena. A questo proposito farò altre valutazioni proprio sullo stato delle energie, qualche cambiamento ci sarà, però non mi piace rinnovare profondamente la squadra perché anche con i cambi posso sostenere qualche giocatore che può ritrovarsi affaticato”.
Con la Salernitana abbiamo visto una squadra concreta, che ha saputo soffrire, difendere e attaccare…
“Un blocco più basso che toglie profondità ti permette di avere maggior densità tra difesa e centrocampo così a volte possiamo lasciare in fase iniziale il possesso palla agli avversari senza che prendano velocità: questo ci aiuta difensivamente. Su azione, a parte la palla di Tongya nel secondo tempo su un’infilata dove è stato bravo Fulignati a parar, abbiamo sofferto poco. Il gol subito, poi, arriva da palla inattiva. Penso che, dopo i primi 20 minuti dove siamo stati meno puliti nel mettere giù la palla, la squadra ha lavorato bene anche in possesso. Se andate a rivedere tutte le azioni notorete che si tratta di trame coordinate, sviluppate in una certa maniera: attaccare sempre con la faccia verso la porta ci facilita. A volte non siamo andati a finalizzare. Abbiamo comunque fatto tante cose buone: è l’inizio di un percorso, possiamo migliorarle, però vedo situazioni interessanti che possono diventare un valore assoluto in prospettiva futura”.
Ha notato progressi in termini di velocità nella costruzione della manovra?
“C’è un concetto legato al recupero della palla: la prima idea è andare verso la porta avversaria e se non ci riesci devi consolidare il possesso, prenderti a volte un tempo, ma questo aspetto per me è stato fatto bene. Nella seconda parte del primo tempo e per tutto il secondo tempo la squadra ha saputo uscire dalla pressione della Salernitana in maniera pulita e prendere velocità, nonostante il loeo pressing fosse anche nella nostra metà campo. La nostra, nei primi 20-25 minuti è stata una fase d’attesa su cui avevamo lavorato ma non siamo riusciti nel recupero palla ad essere qualitativi, poi siamo cresciuti, abbiamo messo palla a terra iniziando a palleggiare e, uscendo bene dalla pressione, sia in questa fase sia in quella che poi ha messo la palla a terra, ha cominciato a palleggiare, abbiamo preso velocità nel gioco offensivo costruendo situazioni da gol”.
Nel secondo tempo ha inserito Castagnetti e passando al 4-3-3 la Salernitana si è spenta. E’ un sistema di gioco che potremo vedere dall’inizio?
“Spesso vi ho parlato di conoscenza, di occupare gli spazi, di riempirli o svuotarli. Per me questi sono aspetti fondamentali e le caratteristiche di un giocatore possono spostare gli equilibri da una parte o dall’altra. E’ un sistema che abbiamo in testa e che la squadra sa sviluppare bene: è solo come si muove quel giocatore, che a volte può essere sotto la punta, a volte deve fare altro, a determinare. Come a volte possiamo usare punte esterne di raccordo e altre elementi più qualitativi nella fase offensiva, terzini d’assalto e terzini che possono essere un pochino più di contenimento: tutti questi aspetti possono variare il tema della squadra facendoci iniziare in un modo e finire in un altro. Essere duttili è importante”.
Con la Salernitana si potevano segnare più gol: il peccato del passaggio in più, del colpo di tacco in mezzo al campo come sono valutati dall’allenatore?
“Sono passato al 4-3-3 perché volevo più palleggio e sapendo che affrontavo un sistema identico ho fatto quella scelta in quel modo: consolidando il possesso abbiamo difeso bene. Castagnetti l’avevo visto bene e avevo pensato lui già a inizio secondo tempo ma Pickel era in una condizione atletica totalmente diversa e dunque in quel momento ho preferito nel 4-2-3-1 puro avere un centrocampista che avesse una corsa, un dinamismo diverso da quello che per caratteristiche può avere Casta. Strada facendo l’ho letta così per dare alla squadra più personalità nell’uscita bassa e attaccare con due punte esterne e una punta centrale con caratteristiche diverse da quella di Bonazzoli che è più elemento di di raccordo rispetto a Nastia. Sono queste le letture che andiamo a sviluppare per avere una strategia che sia la più corretta. Rispetto all’altro tema penso che ai giocatori d’attacco qualcosa si possa concedere in determinate zone di campo, quando arriviamo nell’ultimo terzo invece è giusto rischiare l’uno contro uno, rischiare la giocata, avere una visione se è meglio un filtrante rispetto o una conclusione personale. Abbiamo sviluppato bene in catena laterale, siamo andati a crossare con facilità creando tante situazioni da gol. Ai giocatori che hanno fantasia qualcosa bisogna concedere dove possono rischiare la giocata in più”.
Ha parlato tanto di Bonazzoli, quanto gli ha dato il gol che ha segnato?
“Federico dal punto di vista atletico può crescere ma ha qualità e l’azione del gol del 2-0 è significativa della disponibilità della squadra di fare battaglia insieme. Lui è un giocatore su cui confidavamo e sapevamo che era un valore assoluto, ha avuto bisogno anche lui di una prova da campo, l’ha superata brillantemente e adesso questo percorso va alimentato consolidando la sua condizione atletica e lo spirito che è stato quello giusto”.
La Cremonese non deve aspettarsi un Modena chiuso, è d’accordo?
“Assolutamente, hanno tanti giocatori con attitudine offensiva: da Palumbo a Bozhanaj, da Caso a Defrel a Gliozzi. E’ una squadra costruita per definire una linea che stanno portando avanti. Hanno disputato buone prestazioni al di là dei risultati, da questo punto di vista riuscire in un’ottima fase difensiva diventa un valore assoluto”.
Lei è subentrato e ha fatto subito due su due: quanto è importante per creare delle basi per lavorare positivamente?
“La forza di un allenatore è confidare nel lavoro, che è un aspetto fondamentale; sicuramente nel percorso il risultato crea consapevolezza e accresce l’autostima ed era un altro obiettivo che volevamo centrare, consapevoli che è la fase iniziale di qualcosa che va consolidato e va migliorato. Aver ottenuto due risultati positivi aumenta la fiducia, aiuta nella crescita e nella voglia di andare avanti. Adesso abbiamo questa partita con il Modena che può fortificare questo percorso con una prestazione adeguata e, in coda, anche con un risultato positivo”.
La classifica comincia a più definita: Palermo e Sampdoria stanno crescendo, Pisa che si ferma, Spezia che gioca bene ma non vince…
“Hai raccontato cos’è la Serie B: quattro partite scaravoltano la classifica. Quindi l’obiettivo è sempre la partita successiva senza guardare troppo avanti, prendendo atto di cosa si è fatto. La consapevolezza, ottenute queste due vittorie, è che la partita dopo è sempre la più importante. In B quattro partite spostano l’inerzia di un campionato ed è sempre la fase finale, le ultime sei partite, ad essere veramente determinanti. E’ un campionato da dunque lavorare un appuntamento alla volta, essendo in assoluto il più equilibrato a livello nazionale, e forese anche a livello internazionale. Questa è una categoria dove può succedere di tutto fino all’ultimo: dunque l’obiettivo sarà sempre la partita successiva. Per noi è il Modena”.
Autore: Antonio Vistocco
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